Il top della meccatronica nel pharma: lo stabilimento Bayer di Garbagnate

Secondo il World Economic Forum, il plant della multinazionale tedesca alle porte di Milano è uno dei nove migliori del mondo. Produce 11 miliardi di pastiglie all’anno, destinate soprattutto al mercato cinese.

È l’unico “lighthouse plant” italiano (nel mondo sono nove in tutto) premiato dal World Economic Forum. Parliamo dello stabilimento Bayer di Garbagnate, alle porte di Milano, dove si sta realizzando un progetto pilota per disegnare la fabbrica farmaceutica del futuro – in cui la meccatronica la fa da padrona. Del progetto di fabbrica del futuro, che si chiama Digital Plant 4.0, è elaborato con la collaborazione di McKinsey ed entrerà nella produzione ordinaria nel corso di quest’anno, parleremo più avanti.

Applicazioni di realtà aumentata all’interno dello stabilimento Bayer di Garbagnate

Prima rileva sottolineare che il pharma sia un mercato caratterizzato da crescente personalizzazione ma che non può permettersi di perdere l’efficienza della produzione di massa. Questi obiettivi sono perseguibili solo attraverso il continuo monitoraggio dei dati di produzione (con tecnologie di manufacturing execution systems – Mes), la minimizzazione degli sprechi di materie prime ed energie, l’interconnessione tra uomo e macchina e tra macchine: in una parola, solo attraverso l’impiego di meccatronica nelle fabbriche di produzione del farmaco. 

Secondo un’analisi della società di consulenza EAS Consulting Group, l’inefficienza della produzione costa alle imprese del pharma Usa 50 miliardi di dollari all’anno e solo il continuous manufacturing può ridurre significativamente questi sprechi. Tanto che la stessa Fda, l’ente di vigilanza del farmaco Usa, si è fatta promotrice di un protocollo per incentivare l’utilizzo di processi di produzione meccatronici all’interno delle aziende del settore.

Operatore al lavoro su sistemi meccatronici automatizzati

In Italia, molti passi in vista della digitalizzazione sono stati compiuti con il piano Industria 4.0 e la richiesta più recente si focalizza sulle tecnologie mobile, cloud e analytics. Il pharma italiano è d’altronde una vera eccellenza e nel 2018 con 31,2 miliardi di euro di fatturato ha superato la Germania (a 30 miliardi) diventano il mercato più grande in Europa. Ma che, soprattutto, vanta investimenti per addetto del 390% più alti della media del manifatturiero, e sopra la media anche dei settori medium e high tech.

I primati di Garbagnate

La fabbrica Bayer di Garbagnate, fondata nel 1946, ha 330 dipendenti ed è specializzata nella produzione e il confezionamento di farmaci in forma di compresse. Dalle sue linee escono ogni anno  11 miliardi di pastiglie, la maggior parte delle quali è destinata al mercato cinese. Negli ultimi cinque anni in loco sono stati investiti quasi 30 milioni di euro per innovazione e nuovi impianti, e altri 20 ne arriveranno  nel corso di quest’anno.

A Garbagnate è evidente come la trasformazione digitale, imperniata sulla raccolta, la correlazione e l’utilizzo dei big data, cambi i parametri e consente di prendere decisioni, per esempio, sulla base di analisi predittive formulate su algoritmi, elaborati e tradotti in valore in tempo reale. Un approccio che mira a valorizzare le risorse, creando anche nuove figure lavorative, per un risultato migliore nell’ambito di una sostenibilità ottimale. Con questo progetto, Bayer si posiziona come una delle grandi imprese che costituiscono l’87% del mercato dei big data analytics che, in Italia, secondo uno studio del Politecnico di Milano, vale 1,1 miliardi di euro.

Un mercato che finora era stato appannaggio soprattutto di meccanica e automotive: e che Bayer ha introdotto anche nella farmaceutica, inaugurando un trend destinato a diventare preponderante.

La scelta dell’Italia per disegnare la fabbrica pharma del futuro non è casuale. Proprio perché il nostro Paese è considerato il luogo ideale dove produrre da diversi gruppi farmaceutici multinazionali (tedeschi, inglesi, francesi, svizzeri, americani) che realizzano il 60% dei 31 miliardi di fatturato globale. E l’Italia è un luogo di elezione per la produzione di medicinali proprio perché siamo forti sia nel pharma stesso sia, soprattutto, nella meccatronica: dunque nella progettazione e realizzazione delle macchine che sono ormai indispensabili per la produzione pharma nell’industria 4.0.

Il progetto Digital Plant 4.0 parte dal laboratorio

Il progetto Digital Plant 4.0 punta a una razionalizzazione del lavoro nello stabilimento di Garbagnate, ottimizzando l’esperienza, il personale e le risorse. Ha tre ambiti applicativi. Il primo è a supporto del laboratorio chimico. Il secondo è rivolto all’ottimizzazione della produzione, delle risorse e della qualità. Il terzo prevede l’uso della realtà aumentata per una migliore efficienza e qualità dei processi.

Il punto di partenza sarà dunque il laboratorio, dove la pianificazione è fondamentale e sono molte le risorse dedicate alla qualità. Grazie al nuovo programma sarà possibile ottimizzare il lavoro di laboratorio, individuando i colli di bottiglia da eliminare e fornendo al responsabile gli strumenti per apportare modifiche al piano in modo veloce, qualora qualche parametro cambiasse (disponibilità o meno di uno strumento o una risorsa nel caso in cui si presentasse un’urgenza), o per fare le simulazioni. Se è necessario realizzare una nuova produzione, a Garbagnate è possibile calcolare quanto carico di lavoro essa implichi e come affrontarlo in termini di risorse e organizzazione delle tempistiche. Una procedura che prima veniva fatta su un foglio excel e che oggi su tablet rende possibile seguire in tempo reale l’avanzamento delle procedure. Lo stesso operatore da tablet segnala quando ogni procedura è completa e consente al modello di aggiornarsi: in soldoni, a partire da un modello di lavoro basic con tempistiche standard (tratte dai database già disponibili) man mano che riceve gli aggiornamenti basati sull’esecuzione in tempo reale dei diversi processi, il modello comincerà a creare un suo nuovo storico di dati, imparerà e ottimizzerà la pianificazione.

L’analisi dei dati e l’iperconessione

Nello stabilimento sono da tempo operativi diversi software (Erp, Mes, per l’analisi chimica e microbiologica e tanti altri) che raccolgono milioni di dati. Anche la linea di confezionamento è dotata di un grande numero di sensori, attraverso i quali si raccolgono informazioni sullo stato di funzionamento o di fermo dell’impianto.

In questa fase, Bayer sta realizzando il collegamento tra sistemi informatici, macchine e qualsiasi elemento che generi dati, a un unico grosso database, all’interno del quale lavorano gli algoritmi. Questo rende possibile ottenere in tempo reale parametri ottimali da settare su ogni singola macchina per ogni singolo prodotto, fornendo analisi predittive. E costruendo modelli che replicano o simulano il lavoro quotidiano e la sua pianificazione all’interno di quel dato reparto. Non solo: grazie a strumenti digitali come la realtà aumentata gli operatori possono indossando smart glasses proiettare direttamente sullo schermo le operazioni da eseguire. Una rivoluzione per il modo di lavorare e anche per i ruoli e le competenze che saranno richieste in azienda. Fra queste, si è già consolidata la figura del data scientist, ovvero colui che scrive gli algoritmi grazie ai quali i dati vengono tradotti in valori. Ma anche il “translator”, che fa da interfaccia di comunicazione tra il data scientist e l’operatore. Insomma, a Garbagnate sta prendendo forma il continuous manufacturing di cui il pharma 4.0 necessita per restare competitivo.

Bayer: i numeri della multinazionale tedesca

Presente in 90 Paesi, con un fatturato di  39,6 miliardi di euro117 mila dipendenti nel mondo, Bayer investe in Ricerca e Sviluppo circa 5,2 miliardi di dollari. Opera in Italia dal 1898 dove occupa circa 2.000 persone  con un fatturato complessivo pari a 1,02 miliardi di euro. Gli stabilimenti produttivi sono tre: oltre a Garbagnate, anche Segrate e Filago. L’amministratore delegato è Monica Poggio.

Monica Poggio, amministratore delegato Bayer Italia

Monica Poggio, amministratore delegato Bayer Italia

Fondata nel 1863 a Leverkusen, in Germania, Bayer – che oggi è guidata dal ceo Werner Baumann – opera in ambitoPharmaceuticals, Consumer Health e Crop Science. La prima si focalizza sui medicinali soggetti a prescrizione medica, la seconda più generale al benessere e alla qualità della vita, proponendo farmaci non soggetti a prescrizione. La terza invece è dedicata al mondo della produzione agricola, soluzioni più integrate per la protezione chimica e biologica delle colture e delle sementi, puntando anche alla digital farming. Il terzo ramo ha di recente raggiunto il primato mondiale attraverso l’acquisizione di un altro colosso: Monsanto.