Italia Meccatronica incontra a Lodi gli studenti ITS

Al Volta Diego Andreis traccia l’identikit delle persone che le aziende vogliono assumere e racconta

Gli Its, Istituti Tecnici Superiori, offrono un’opportunità straordinaria a quei ragazzi che vogliono affacciarsi al mondo delle professioni con una preparazione più pratica che risponda alle esigenze del mercato del lavoro. Assolombarda – da tempo in prima linea sul territorio per promuovere lo sviluppo di questi corsi di studio – ha avviato il progetto Italia Meccatronica, che prevede tra le attività rivolte ai giovani, una serie di incontri presso le scuole. Il primo appuntamento si è svolto a Lodi, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore A. Volta.

Obiettivo del convegno: far conoscere l’evoluzione della meccanica in meccatronica e renderla più attrattiva sia dal punto di vista della forte spinta innovatrice, sia da quello delle numerose possibilità di lavoro che offre il settore.

In Italia non c’è ancora la giusta consapevolezza sulla qualità, il valore e le potenzialità della formazione tecnica, nonostante gli ITS siano indirizzo di studio in grado di dare ad oltre l’80% dei diplomati la possibilità di entrare immediatamente in azienda. Oggi il numero degli studenti che si avvicina agli ITS è molto basso. Basti pensare che mentre lo scorso anno in Italia gli Its hanno diplomato 10.000 ragazzi, in Germania hanno raggiunto il diploma in 800.000. Un problema che riguarda anche il mondo del lavoro, visto che le richieste delle aziende vengono sempre più spesso disattese per mancanza di figure giovani altamente specializzate. Inoltre, la disoccupazione a un anno dal diploma Its è prossimo allo zero, rispetto a un tasso di quasi quattro giovani su dieci a livello nazionale.

«Il 65% delle persone che le imprese oggi cercano – spiega Diego Andreis, presidente del Gruppo Meccatronici di Assolombarda, promotore del progetto Italia Meccatronica – non è disponibile sul mercato, perché le competenze sono sempre più trasversali e avanzate. La scuola non è in grado di stare al passo con i tempi e i giovani cercano corsi che non li porteranno da nessuna parte: tant’è che abbiamo una disoccupazione giovanile al 35,4%».

La difficoltà maggiore si riscontra ancora nelle famiglie, rimaste ancorate a un’immagine vecchia della cosiddetta “tuta blu”. Assolombarda, per innescare un cambiamento culturale, ha dato il via al progetto ItaliaMeccatronica, partendo da una indagine sulla percezione della figura dell’addetto metalmeccanico: è stato chiesto ai giovani e alle loro famiglie quali fossero i termini e le parole che associavano  automaticamente a metalmeccanica: le risposte sono state in linea con una concezione antiquata, che vede collegate al comparto parole come “ferro” e “catena di montaggio”, “inquinamento”. Oggi però i vocaboli che meglio fotografano il settore sono “elettronica”, “tecnologia” e “meccanica”: ovvero i componenti fondanti della meccatronica. Una visione antiquata del ruolo dell’operaio specializzato che deve essere cambiata radicalmente: non più operai metalmeccanici ma tecnici meccatroni. Non più strumenti meccanici come chiavi inglesi e cacciaviti, ma visori con realtà aumentata, macchine capaci di raccogliere milioni di dati al secondo e dispositivi sempre connessi.

Che cos’è la meccatronica

La meccatronica è oggi una delle discipline più richieste dalle imprese. Non solo, nei prossimi due anni la connessione non riguarderà più soltanto gli strumenti più complessi e di grandi dimensioni, ma anche i componenti più piccoli e meno elaborati. «Nel 2020 – spiega Andreis – avremo 26 miliardi di oggetti connessi: non parliamo più soltanto della lavatrice o del frigorifero, ma sempre più di oggetti che stanno all’interno della catena industriale, non solo la macchina del caffè ma addirittura le componenti che costituiscono la macchina stessa. Il mondo sta diventando digitale: quarta rivoluzione industriale è un tema ancora più ampio della semplice informatizzazione della fabbrica. La connessione porta maggiore velocità, multidimensionalità, interconnessione, democratizzazione e soprattutto un nuovo capitale umano, con la persona che torna al centro del mondo molto più che in passato».

I numeri della meccatronica

La meccanica è il pilastro fondamentale per l’Italia: 1,5 milioni di addetti, vale il 48,1% dell’export italiano e l’attivo dell’interscambio è di 52 miliardi. Produce il 47% del valore aggiunto del manifatturiero e l’80% della produzione viene effettuata ad alta e medio-alta tecnologia. In Lombardia ci sono 34mila imprese, che danno lavoro a 432 mila addetti, per un controvalore del 30.

2019-03-15T15:50:54+01:00 15 Marzo 2019|Categories: News|