Gli Istituti Tecnici Superiori, molti dei quali specializzati in meccatronica, offrono opportunità di occupazione superiori all’80%. Ma bisogna farli conoscere a ragazzi e famiglie. Assolombarda lo ha fatto a Monza, sesta provincia manifatturiera d’Europa, dove ci sarà grande spazio per questi diplomati

Il 50% delle figure professionali di cui il mercato del lavoro avrà bisogno nel 2025, a oggi non sono ancora codificate correttamente. Secondo dati Microsoft, il 65% degli studenti di oggi farà lavori che ancora non esistono ed entro il 2030 le professioni più richieste dovranno avere maggiori skill cognitive ed emotive quali la collaborazione, il problem-solving, il pensiero critico e la creatività. Il risultato è che continua ad aumentare il divario tra profili richiesti e profili disponibili.
Una delle possibili soluzioni a questo problema è rappresentato dagli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, scuole professionalizzanti post diploma, caratterizzate da una forte componente di formazione in azienda; sono percorsi che mediamente, dopo un anno dal diploma, garantiscono occupazione a oltre l’80% dei propri studenti. Il problema è che, ancora oggi, la maggior parte dei ragazzi e delle famiglie non conoscono nemmeno l’esistenza di questa opportunità formativa.

Per contribuire a far conoscere questa alternativa all’università, Assolombarda svolge da diversi anni un’attività di sensibilizzazione attraverso la presentazione agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori delle opportunità di formazione offerte dagli Istituti Tecnici Superiori, mettendo l’accento su valore aggiunto che li contraddistingue: il forte collegamento col le imprese e quindi il con mondo del lavoro e il taglio pratico dell’insegnamento.

I numeri in Italia
Nel nostro paese si registra uno skill gap di 100.000 posti di lavoro non coperti per mancanza di competenze. Un gap che rischia di crescere a seguito dei nuovi paradigmi di Industria 4.0. Eppure, nel 2018 gli iscritti agli ITS in tutta Italia sono appena 10.500, una goccia nel mare rispetto agli 880.000 in Germania. Assumere persone formate negli ITS può essere assai conveniente per le imprese: ci sono benefici tangibili che comportano la riduzione dei costi diretti di reclutamento e selezione e dei costi di formazione per sviluppare le competenze dei nuovi assunti; si abbassano le perdite di opportunità di business che derivano dalla scarsità di figure adeguate allo svolgimento di determinate mansioni. Infine, l’investimento in percorsi ITS permette alle aziende anche di accedere al know-how scientifico, tecnico, didattico complessivo degli Istituti, inclusa l’attivazione di progetti di ricerca.

La Lombardia
La Lombardia è all’avanguardia sugli ITS. Sono stati sviluppati corsi in diverse aree strategiche: efficienza energetica, mobilità sostenibile, tecnologie della vita, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turismo, tecnologie per il Made in Italy, meccatronica. Tutti i corsi, che formano figure professionali pronte a entrare nel mondo del lavoro, fanno riferimento a una di queste aree. Gli ITS sono finanziati da risorse nazionali, cui si affiancano gli stanziamenti regionali attraverso il Fondo Sociale Europeo e hanno un costo che varia dai 500 ai 1.000 euro all’anno, con la possibilità di borse di studio per gli studenti più meritevoli. Tra ottobre e novembre ne sono stati avviati 105 in 10 aree tematiche complessive, per circa 2.000 studenti: meccatronica e industria; grafica e computer; turismo e beni culturali; chimica e biotecnologie; aeronautica e trasporti; agricoltura e floricoltura; moda e design; ambiente ed energia; servizi per l’impresa. A un anno dal termine, il tasso di occupazione è superiore all’80%, con gli studenti che svolgono mansioni attinenti e coerenti con il tipo di studio che è stato realizzato. La quasi totalità dei corsi attivati in Lombardia ha una durata di 1.000 ore all’anno, di cui il 30% di stage a partire dal primo anno.

Assolombarda è socio fondatore di sei Fondazioni ITS. L’esigenza nasce dalle richieste degli imprenditori di colmare il gap tra richiesta dell’impresa di figure super specialistiche e il sistema dell’Education che deve provvedere a formarle.
Gli ITS sono quindi una buona fucina per la creazione “sul campo” di nuove professioni e garantiscono un contatto “osmotico” tra il sistema delle imprese e quello educativo.
Rispetto alla Germania, però, anche una regione all’avanguardia come la Lombardia mostra un deficit strutturale di investimenti che impedisce al sistema degli ITS di decollare. I 500 studenti che sono usciti dagli Istituti Tecnici Superiori lo scorso anno rappresentano una frazione piccolissima rispetto a quanto avviene nel nord Europa.