La fluidica al servizio della sanità con la prima flebo intelligente

Capofila del progetto Digital Smart Fluidics è Fluid-o-Tech, con un partenariato composto dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, l’Università di Pavia – con il gruppo di Meccanica Computazionale e Materiali Avanzati dell’Università di Pavia (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura) – e le aziende MC2, Sidam, Prima Lab. Valore complessivo circa di 7,7 milioni 

 

Miglioramento della qualità della vita dei pazienti, benefici al sistema sanitario, creazione del primo Hub internazionale per la fluidica per le Scienze della Vita: sono gli obiettivi della prima flebo elettronica, un dispositivo intelligente che permetterà di avere cure sempre più personalizzate.

Il Progetto è finanziato all’interno del bando “Call Hub Ricerca e Innovazione” promosso dall’assessore alla Ricerca di Regione Lombardia Fabrizio Sala e mira allo sviluppo di tecnologie e dispositivi “intelligenti” per l’infusione, portatili, estremamente precisi e affidabili per un’assistenza clinica sempre più personalizzata, tempestiva, monitorata ed efficace, sia in regime ospedaliero che al domicilio del paziente.

“Digital Smart Fluidics” ha come capofila Fluid-o-Tech e un partenariato composto dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, l’Università di Pavia – con il gruppo di Meccanica Computazionale e Materiali Avanzati dell’Università di Pavia (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura) – e le aziende MC2, Sidam, PRIMA Lab.

«Questo progetto è l’esempio concreto di come innovazione si traduca in miglioramento della vita per i cittadini, che è l’obiettivo primario del nostro bando Call Hub – commenta l’assessore alla Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia Fabrizio Sala – Con questa flebo elettronica saremo infatti in grado di incentivare la delocalizzazione delle cure sul territorio, diminuendo radicalmente i numeri di accessi alle strutture ospedaliere. Basti pensare che potremo abilitare, di fatto, un accesso così capillare a cure specifiche fuori dagli ospedali che oggi non sarebbe possibile, perché i costi sarebbero venti volte superiori. Abbiamo sostenuto questa innovazione con oltre 3 milioni di euro, incentivando le reti e gli hub di ricerca e si è confermata una strategia vincente».

Il valore complessivo del progetto è circa di 7,7 milioni di euro di cui 3,3 da Regione Lombardia grazie ai fondi POR FESR 2014-2020.

«La Regione persegue con convinzione nell’obiettivo di fare della Lombardia un luogo ideale dove sviluppare idee e fare ricerca scientifica – dichiara Letizia MorattiVicepresidente e Assessore al Welfare di Regione Lombardia – sostenendo la vocazione dei nostri territori per l’innovazione. Questo progetto sarà molto utile nel favorire l’obiettivo della sanità del futuro della casa come primo luogo di cura».

Nel corso dell’evento, in cui è stata eseguita una dimostrazione di utilizzo del dispositivo, sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore regionale Fabrizio Sala, il Presidente della fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia Alessandro Venturi e il Rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto.

«Grazie a Regione Lombardia – dichiara il Rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto – sono stati ideati e realizzati dispositivi di immediato interesse per la cura dei pazienti, nati dalla sinergia tra Fluidotech, Unipv e San Matteo. Si aprono ora scenari potenzialmente molto interessanti per collaborazioni stabili, che potranno prendere la forma di partenariati o centri per l’innovazione».

I quattro principali ambiti applicativi del progetto sono degenza in reparto, nutrizione artificiale, chemioterapia e terapie nella fase di palliazione e rianimazione.

«Ricerca e innovazione sono il volano della crescita e dello sviluppo di un Paese – chiosa Alessandro VenturiPresidente della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo-Pavia, con un’università plurisecolare e IRCCS come il Policlinico San Matteo, è un luogo dove ci sono grandi competenze ed è terreno fertile per la ricerca clinica che permette di offrire ai malati le migliori cure, con assistenza clinica e approcci terapeutici sempre più precisi e personalizzati. Il progetto presentato oggi va proprio in questa direzione».

È innovativo l’utilizzo di una serie di tecnologie per il controllo e il dosaggio dei farmaci, a cui si aggiunge anche la gestione da remoto. Quest’ultima funzione permette di fatto di poter realizzare dispositivi di più semplici da utilizzare e di poter spostare la terapia dall’interno all’esterno degli ospedali. Questo grazie anche all’uso di interfacce interattive e alla possibilità di collegarsi con altri dispositivi di uso comune, come uno smartphone, per lo scambio di dati. Questo si traduce nell’incremento della qualità della prestazione erogata, nella personalizzazione del trattamento e la possibilità di erogarlo anche nelle case, con la conseguenza di una riduzione dei costi della sanità. O ancora questa tecnologia applicata, per esempio, nell’ambito della terapia intensiva, comporterà un notevole miglioramento nella gestione dei pazienti dal momento che potrà essere garantita la distanza fra il personale sanitario e il paziente, evitando così occasioni di contatto che potrebbero creare terreno fertile per infezioni o contagi.

 

«Guidare questo progetto è per Fluid-o-Tech motivo di grande orgoglio e responsabilità – dichiara Diego Andreis, Managing Director di Fluid-o-Tech, capofila di Progetto – Significa poter avere un impatto sul miglioramento della qualità della vita delle persone e sull’efficacia del sistema sanitario del nostro territorio con l’ambizione di di andare presto su scala internazionale».

I vantaggi sono quindi la precisione, il controllo da remoto, l’affidabilità, la sicurezza; questo comporta un maggior comfort del paziente anche in caso di terapie che durano molte ore.

Gli impatti del dispositivo digitale per le terapie infusionali personalizzati sono:

  • Impatto sociale: maggiore accesso alle cure, diminuzione dei divari geografici, migliore usabilità dei dispositivi, riduzione disagi logistici dovuti agli spostamenti.
  • Impatto terapeutico: personalizzazione delle terapie infusionali, miglioramento della qualità delle cure, riduzione degli errori e degli imprevisti, connessione dati con cartella clinica pazienti.
  • Impatto economico: abilitazione assistenza domiciliare, nuovi modelli di business grazie a big data e IA, maggiore efficienza delle attività in reparto.

Il Progetto prevede anche lo sviluppo un centro di competenza nell’ambito della fluidica digitale caratterizzato da un network di laboratori d’eccellenza in grado di sviluppare ingegneria per il Life Science, a disposizione delle aziende, delle strutture sanitarie e degli utilizzatori finali: medici, pazienti e caregiver. Lo sviluppo di questa piattaforma fluidica per le Scienze della Vita avrà infatti un forte impatto sul territorio e potrà favorire con maggiore efficacia la territorialità delle cure, generando risparmi sulla sanità lombarda e migliorando la vita dei pazienti.