La rivoluzione della sanità? Può partire dalla meccatronica! Con Fluid-o-Tech

Le valvole Dolphin Fluidics sono alla base della flebo intelligente. Il dispositivo, in grado di controllare sia liquido che gas, è alimentato a batteria, portatile e controllabile da remoto. Così si può abilitare l’assistenza domiciliare, con beneficio per la spesa sanitaria e per il benessere del paziente. Fluidica e sensoristica per terapie personalizzate e il progetto HealthTech. Parla il numero uno Diego Andreis

La rivoluzione della sanità italiana? Arriva dalla meccatronica. Ad abilitare un ecosistema di cura e trattamento più efficiente ed efficace sono infatti oggetti meccanici – come le pompe e le valvole – opportunamente miniaturizzati e resi intelligenti grazie all’elettronica, ai materiali a memoria di forma e al digitale. Si fa portavoce di questa rivoluzione Fluid-o-Tech, azienda di Corsico guidata da Diego Andreis, che ha la meccatronica nel proprio dna. «La meccanica fine, che è l’elemento chiave della nostra attività, oggi evolve e vive perché unita al controllo e al monitoraggio da remoto – spiega Andreis – Quando meccanica e digitale si fondono e la fusione avviene sull’offerta, abbiamo ottenuto la quadratura del cerchio. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato tecnologie che raccolgono questa convergenza, di cui sono un chiaro esempio le valvole di Dolphin Fluidics che derivano nativamente dalla fusione degli elementi fondanti la meccatronica. Sono valvole a ogni effetto, quindi prodotti meccanici attuati da materiali intelligenti, le leghe a memoria di forma, controllabili da remoto, dunque sono oggetti digitali». E queste valvole sono alla base della flebo intelligente, il primo esperimento sul campo di quel modello di sanità virtuosa, che diventa possibile grazie alla meccatronica. E che darà linfa vitale anche alle attività di questa azienda del milanese, che oggi con le sue pompe volumetriche, valvole, sensori e sistemi per dosare e controllare fluidi con grande accuratezza e precisione serve l’industria, ma anche il foodservice, l’automotive e in piccola parte l’healthcare. Per accreditarsi nel mondo medicale, che oggi vale circa il 6% del fatturato complessivo ma che l’azienda mira a far diventare uno dei suoi principali tre mercati di sbocco in dieci anni, «ci stiamo certificando e stiamo facendo una serie di passi per essere riconoscibili per gli stakeholder di quel settore, anche con una divisione dedicata, che risponde al nome di Fluid-o-Tech HealtTech».

Fluid-o-Tech: un indentikit

Fluid-o-Tech nasce nel 1976 ed è oggi una società globale, esporta oltre l’80% della sua produzione, più di 330 dipendenti nel mondo, una presenza commerciale in Inghilterra, Germania, Giappone, Cina e Usa e una rete di oltre 120 distributori in 60 paesi, 110 milioni di euro nel 2021. La sua cifra caratteristica è la capacità di innovare o, per dirla con Andreis, «la capacità di risolvere problemi complessi»: la società è titolare di oltre 80 brevetti e investe il 5% dei ricavi in ricerca e sviluppo, area in cui è impegnato il 16% del personale. Dalle pompe ad altissima precisione, nel 2014 l’azienda si è allargata alle valvole «oggetti basati sull’integrazione di materiali intelligenti, vale a dire fluidica di precisione ed elettronica a microcontrollore», grazie alla startup Dolphin Fluidics, nata nel suo seno. E dal 2013 Fluid-o-Tech sforna innovazione nel suo F-Lab, centro di ricerca avanzata per la fluidica intelligente, dove un team di ingegneri e designers lavora sulle nuove tecnologie e i nuovi materiali in ottica open innovation in collaborazione con esperti, università, aziende e centri di ricerca.

Diego Andreis

Dalla valvola alla flebo

In questo contesto, nasce la flebo intelligente, grazie a «grossi investimenti non solo in capex – dice Andreis – e grazie al supporto del bando di Regione Lombardia “Call Hub Ricerca e Innovazione”, che è stato un attivatore cruciale», insieme alla collaborazione di Università di Pavia e Ospedale San Matteo ed altri partner industriali. «Sviluppando tecnologie abbiamo pensato che la loro combinazione potesse permettere di rivoluzionare alcuni dispositivi usati in campo medicale», dice Andreis. La valvola Dolphin Fluidics è un po’ la chiave di volta: è un dispositivo in grado di controllare sia liquido che gas da pochi millilitri fino a una portata di centinaia di litri all’ora, da un contagocce fino al flusso di un rubinetto ben aperto. «La flebo è un sistema meccanico a cui noi diamo vita e intelligenza propria: la nostra tecnologia è una valvola compatta, a consumo ridotto di corrente, alimentata a batteria, silenziosa, portatile, leggera e controllabile da remoto – quindi adatta all’ambiente ospedaliero ma anche estremamente versatile». Un sistema di infusione connesso consente di comandare e monitorare da un controllo centrale quello che fa ogni singola postazione all’interno di un reparto, per esempio. E all’assistenza domiciliare, con la possibilità di «ridurre le ospedalizzazioni per certe terapie lunghe, a beneficio della spesa sanitaria e del benessere dei pazienti».

La rivoluzione della medicina arriva dalla fluidica

Si tratta solo di un primo passo. Nel campo medico, l’applicazione sarà possibile su tutti i dispositivi portatili laddove c’è la necessità di controllare acqua o farmaci all’interno di soluzioni: «possiamo lavorare in tutto il mondo dell’infusione, ma anche per le cure palliative, con la somministrazione delle terapie del dolore. La sensoristica è in grado di intercettare la tipologia del fluido e le caratteristiche e le variazioni dello stesso, e il fluido può essere un farmaco, una soluzione, sangue, un fluido biologico». In questo momento, l’azienda sta lavorando «in co design anche sulla somministrazione da remoto, e sul drug delivery, un settore in fortissimo sviluppo, per erogare cure fuori dal contesto ospedaliero. Un settore che determina maggior accesso alle cure, maggior qualità della terapia personalizzata e maggior comfort per il paziente». Grazie a sistemi di infusione a elevate prestazioni, in termini di precisione, ma miniaturizzati e portatili. Insomma, un nuovo orizzonte per le terapie domiciliari dei pazienti cronici, spina nel fianco del nostro sistema sanitario nazionale.

Fluid-o-Tech

I tre obiettivi di HealthTech

Ma il progetto di Fluid-o-Tech è ben più complesso. E si pone tre obiettivi. «Il primo è continuare nell’attività di ricerca e sviluppo sulla parte delle tecnologie, sviluppando sensori sempre più capaci di monitorare la qualità dei fluidi e le sue contaminazioni. I sensori captano modifiche nella qualità dei fluidi anche farmacologici – spiega Andreis – Il secondo obiettivo, sempre industriale, di sviluppare una prima piattaforma di dispositivi per la gestione dell’infusione, per cui siamo partiti dalla flebo. E oggi stiamo lavorando a un secondo progetto, un dispositivo per la nutrizione artificiale». Questo porta direttamente al terzo obiettivo che è quello di sviluppare un centro di competenza della fluidica intelligente per le scienze della vita che possa generare nuove tecnologie da applicare. Si chiamerà “Digital Smart Fluidics” e ha come capofila Fluid-o-Tech e un partenariato composto dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, l’Università di Pavia e le aziende MC2, Sidam, Prima Lab. Il valore complessivo del progetto è circa di 7,7 milioni di euro di cui 3,3 da Regione Lombardia grazie ai fondi Por Fesr 2014-2020. «Questo centro di competenza è costruito su un laboratorio in Fluid-o-Tech che stiamo realizzando – precisa Andreis – un laboratorio dell’Università di Pavia e uno spazio demo presso all’Ospedale San Matteo, per avvicinare infermieri e medici alla nuova generazione di tecnologie. La cosa interessante è che i dispositivi nascono dal confronto: medici e infermieri che utilizzano questi strumenti e hanno fatto emergere bisogni di innovazione che noi potevamo soddisfare».

2022-04-19T19:09:43+02:00 19 Aprile 2022|Categories: Aziende meccatroniche|Tags: , , , , , , , , |