Rold, la meccatronica premiata dal World Economic Forum

Segreti e strategie dell’azienda di componentistica guidata da Laura Rocchitelli. E le prospettive del nuovo modello di business data oriented

Una cosa è parlare di meccatronica, un’altra è metterla in pratica, avendo già chiari i processi e i modelli di business in vista del futuro. A questa seconda categoria appartiene la milanese Rold. Guidato dalla CEO e Presidente Laura Rocchitelli, Rold è un gioiellino al cento per cento italiano, che da 50 anni produce meccanismi di sicurezza, interruttori e microinterruttori per gli elettrodomestici (bianchi) dei maggiori vendor di tutto il mondo.

Dal 2012 Rold ha avviato la propria trasformazione digitale – che si è evoluta grazie a una piattaforma Iot (SmartFab) destinata a monitorare real time le macchine e garantire la performance “spinta” nella produzione di componenti innovativi. Il tutto attingendo a tecnologia consumer esistente – poi, ha allargato l’utilizzo della platform proponendola come prodotto-servizio ai clienti (e qui sta il nuovo modello di business) che la potranno utilizzare in proiezione, per gestire da remoto lavatrici e lavastoviglie. Una mossa che ci si attende da una multinazionale, ma che non è così scontata per una Pmi con 240 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro.  L’obiettivo è quello di creare un booster nelle revenue in quattro anni, trasformando l’azienda in un player digitale che produce componentistica intelligente, vende servizi ict a terzi, fino all’offerta della fruizione pay-per-use delle tecnologie digitali.

Un comportamento, dunque, squisitamente meccatronico – ovvero la capacità di modulare sistemi complessi sia integrando meccanica, elettronica, informatica, ingegneria del Software, ingegneria dell’Automazione sia coinvolgendo clienti e fornitori (e in futuro anche l’utente finale) – che è valso al sito Rold di Cerro Maggiore l’ingresso tra le Manufacturing Lighthouses, progetto firmato dal World Economic Forum (WEF), con la collaborazione di McKinsey. Che cosa sono le Manufacturing LighthousesUna rete di 16 stabilimenti faro che hanno in comune un obiettivo: segnare la rotta della innovazione e offrendo spunto alle altre aziende per affrontare sfide concrete allorquando un impianto produttivo si trovi di fronte ad un upgrade tecnologico. Di italiane il progetto ne accoglie due, in realtà la Divisione Farmaceutica di Garbagnate è by Bayer, ovvero un colosso industriale (Italia Meccatronica ne ha parlato qui).

A Cerro Maggiore la digital transformation è realtà

Nel sito di Cerro Maggiore, su una linea produttiva, si assemblano connettori di metallo e case plastici, per realizzare bloccoporta per lavatrici, lavastoviglie e altri prodotti del Bianco. La linea mette insieme l’attività di più macchine differenti. Il sincronismo e la pari velocità di azione delle apparecchiature sono fattori cruciali: il ritardo dell’una comporta quello di tutte le altre. Per ottenere questo risultato la Rold ha realizzato una piattaforma IoT di proprietà, SmartFab.  Che associa lo sviluppo Rold a hardware di Samsung e cloud di Microsoft, permettendo alle macchine di parlare tra di loro, di armonizzare la propria attività e, soprattutto, di comunicare con l’operatore sia tramite una dashboard che con uno smartwatch, sul quale compaiono gli alert.  Qualsiasi rallentamento e qualsiasi calo della qualità è immediatamente intercettato. Nulla sfugge al sistema: la fabbrica è a portata di mano.

Smartwatch

A Cerro Maggiore si trova il cuore pulsante della produzione: sono migliaia i bloccoporta per il Bianco prodotti ogni ora nello stabilimento della Rold di Cerro Maggiore (Milano). Quasi 15 milioni di componenti sono assemblati ogni anno per i player internazionali del Bianco: Bosch, Siemens, Whirlpool, Electrolux, Indesit, Aeg, Samsung, Lg, Smeg, Candy, Haier, Arcelik e molti altri. Per Cremona «è un processo efficiente, quello che si svolge in questo impianto: ma ogni minimo ritardo influisce sul risultato finale. È un problema che abbiamo minimizzato con la nostra piattaforma SmartFab». A Cerro Maggiore sono operative linee di assemblaggio automatico: le 60 macchine interconnesse raccolgono in modo sincronico componenti di metalli e di plastica che sono prodotti in altri stabilimenti. Si tratta di inserire connettori (di metallo) ritagliati da bobine all’interno di contenitori (“case” di plastica): «Una unica linea associa le attività di più macchine; lì dove normalmente ci sono processi distinti, da noi ce n’è uno solo e questo comporta un considerevole risparmio di tempo e di soldi».  Le macchine procedono alla stessa velocità, ed è questo il motivo per cui non si devono verificare ritardi di produzioni su questo o su quello apparecchio. Secondo Cremona «la velocità di un gruppo di strumenti da lavoro dipende sempre da quella del più lento». L’impianto si sviluppa su due livelli: la produzione massiva viene svolta al piano terra, mentre la personalizzazione per il cliente viene realizzata al primo piano.

Rold Plant Cerro Maggiore

La Rold dalla parte delle PMI

L’ingresso tra le prime Manufacturing Lighthouses è stato un segnale lanciato dal WEF alle Pmi del pianeta: la factory di Cerro appartiene a un’azienda di piccole dimensioni, come si è scritto. Eppure è entrata in un bouquet dove appaiono altri 15 brand di alto calibro: ad accomunare Rold alle compagne di progetto – individuate in un elenco di mille impianti manifatturieri passati al setaccio da WEF – la capacità di adottare e integrare le tecnologie più avanzate che caratterizzano la Quarta Rivoluzione Industriale per aumentare l’efficienza e guidare l’innovazione anche al di là del perimetro aziendale.

Ma che cosa ha fatto Rold per accedere a questo parterre de rois? Due cose di fondo: la prima, ha intuito tempestivamente e sotto la spinta della clientela che occorreva una trasformazione tanto radicale quando celere in direzione meccatronica; la seconda, ha superato il nodo costi grazie a tecnologie ampiamente disponibili sul mercato.

Ma portiamo indietro il tempo, al 2012. È l’anno dell’inizio della metamorfosi che Rold continua a condurre ancora oggi. Una solida azienda manifatturiera, a conduzione familiare, con più di mezzo secolo di vita alle spalle si fa trovare proattiva nei confronti dei big vendor Electrolux, Bosch, Whirlpool, Lg, Samsung, che chiedono a gran voce un avanzamento in tema di innovazione e sul campo delle nuove tecnologie. «Calenda e il piano Industria 4.0 non si erano ancora visti», sottolinea il Chief Sales & Innovation OfficerPaolo Barbatelli.

Di lì l’azienda è riuscita a portare avanti il proprio percorso di trasformazione digitale con investimenti limitati rispetto a quelli posti in essere da grandi società, e lo ha fatto collaborando con i fornitori di tecnologia attivi sul mercato e con le università (con le quali sono stati definiti progetti di ricerca applicata).

SmartFab: la piattaforma chiave verso la meccatronica

Ne è nata SmartFab, la cui efficacia è stata sperimentata in home con una idea precisa che la CEO Laura Rocchitelli riassume così: «Si trattava di realizzare una piattaforma con l’uomo al centro». Gli operatori dunque nella vision di Rold non sono soggetti passivi, ma anzi contribuiscono alla definizione degli eventi, partecipando a tutti i livelli in modo proattivo per generare nuove funzionalità. L’idea è che le soluzioni digitali siano di supporto agli operatori nella massimizzazione della produzione, in vista però dell’aumento del loro coinvolgimento e della loro gratificazione.

Stand-up meeting

Non è stato un passaggio immediato.  È stato necessario modificare la mentalità organizzativa, incrementando i livelli di competenza e generando in tutti i lavoratori consapevolezza dell’opportunità di utilizzare nuove tecnologie nello shopfloor. Pertanto, il percorso di digital transformation ha comportato il reskilling di buona parte del personale: soprattutto competenze soft, e in particolare la capacità di condividere i dati, anche in fase di progettazione dei componenti. È stata sviluppata anche una attività di coaching, secondo un approccio inclusivo: dagli ingegneri agli operai, dai designer ai ricercatori esterni, nessuno è stato escluso.

Così oggi l’azienda è percepita sempre più come un advisor tecnologico che come un supplier. Insomma, non semplici fornitori ma partner a tutti gli effetti.

Il futuro abita qui

La digital transformation non si fermerà in Rold, e comporterà un altro passaggio: rendere sempre più smart i prodotti, collegarli ad una piattaforma e allargare il campo di azione oltre il Bianco. Così che il fatturato – che oggi deve ai prodotti elettromeccanici oltre il 90% del suo fatturato – cresca su altre linee. Per Rocchitelli, dunque, nel prossimo futuro si tratterà di cambiare modello di business: «Passando dalla vendita bolla-fattura magari alla cessione gratuita con contemporanea fruizione pay-per-use delle tecnologie digitali per i clienti». E questo è consentito dall’evoluzione delle piattaforme digitali, come SmartFab che ha una duplice funzione, sia in chiave B2B (rapporti tra aziende) che B2C (relazione tra azienda e consumatore finale). Si tratta di strumenti in chiave Iot che possono essere utilizzati per raccogliere i dati provenienti dai robot nello shopfloor di un’azienda, e con lo stesso criterio per estrarre quelli provenienti da componenti e prodotti finali. Siamo all’interno del cosiddetto  edge-to-cloud che consente almeno due vantaggi: riduzione della latenza e risposte real-time. E quindi risparmio di banda e di denaro. Quanto al problema della cyber-security, oggi la tecnologia edge-to-cloud di Azure (la piattaforma di Microsoft) garantisce la criptazione delle informazioni e il loro trasporto in tutta sicurezza verso server o altrove.

Per Rold la strada è segnata: diventare un player digitale che produca in un contesto manifatturiero. Magari ideando il “bottone unico”, ovvero la possibilità per l’utente di avviare un ciclo di lavaggio o di cottura senza dover impostare programmi e tempi: la macchina riconoscerà lo stile di vita del suo proprietario. E farà tutto da sola. Insomma, meccatronica avanzata per vivere bene dentro e fuori casa, dentro e fuori la fabbrica.