I segreti dell’azienda di Cernusco che produce compomenti ad altissima precisione per settori che vanno dalle macchine utensili al packaging. E i lucchetti hi-tech della start-up Ulock, che vi è collegata
Un imprenditore di seconda generazione nella meccanica e tanta voglia di crescere, prima differenziando il prodotto perché si adatti a molti settori industriali che rappresentano mercati di sbocco potenziali e poi, in futuro, anche attraverso acquisizioni. Stiamo parlando di Meccanica Vimercati, che da Cernusco sul Naviglio ci fa capire che si può fare meccatronica anche se si è di piccole dimensioni, purché si abbia tanta voglia di lavorare e di innovare.
E da Meccanica Vimercati è nata una start up che mescola bluetooth e sensori con l’acciaio per dare vita a un lucchetto per biciclette avveniristico: non ha serratura, si apre esclusivamente con una app del telefono cellulare ed è praticamente impossibile da forzare. Si chiama Ulock ed è ancora in fase di prototipo in attesa di trovare la quadratura del cerchio per l’industrializzazione: ne parleremo più avanti.
Organi di trasmissione per la meccanica
Fondata nel 1972 a Cernusco sul Naviglio, nel cuore della Martesana orientale, Vimercati è specializzata in lavorazioni meccaniche conto terzi. «Realizziamo componenti di alta precisione in qualsiasi materiale per macchine per packaging, macchine per imbottigliamento, macchine utensili, ma anche per settori diversi come l’energia e il biomedicale, oltre a organi di trasmissione meccanica», dice a Italiameccatronica il managing director Lorenzo Vimercati. «Una parte della produzione viene fatta in conto proprio, in particolare quella che riguarda cuscinetti speciali su specifica del cliente e tutta una serie di organi di trasmissione meccanica, ovvero gabbie a rulli e giunti. Lavorando per settori molto diversi, negli anni abbiamo acquisito esperienze diverse apprendendo ad adattare la nostra produzione a materiali eterogenei, dagli acciai inossidabili a tutti gli acciai da costruzione. Tutti i materiali non ferrosi, bronzo, ottone, rame, alluminio, ghisa e le plastiche ad elevate prestazioni. Fino alle superleghe che vengono impiegate nel settore oil & gas».

Cuscinetto speciale a rulli per ondulatore di cartone
Produzione Componenti chiavi in mano
Spiega Vimercati: «A Cernusco seguiamo tutto il ciclo produttivo ovvero tornitura, fresatura e rettifica. Per garantire al cliente che il 90% del ciclo produttivo venga completato all’interno dell’azienda, un’area all’interno dell’officina è adibita al lavaggio dei pezzi e delle finiture superficiali: disponiamo infatti di una vasca di lavaggio a ultrasuoni, di una cabina di sabbiatura/pallinatura e di un buratto. Ogni particolare viene scrupolosamente studiato e testato. Tutti i prodotti finiti vengono accuratamente controllati mediante strumenti di misura di ultima generazione prima di essere avviati alla produzione e prima di effettuarne la consegna».

Tornitura

Fresatura

Rettifica
Anche tutti gli assemblaggi vengono realizzati all’interno dell’azienda. Invece per i trattamenti termici e superficiali Vimercati ha sviluppato partnership strutturate con subfornitori certificati per garantirsi un supporto nelle varie lavorazioni complementari.
«Lavoriamo anche in conto lavorazione, sette volte su dieci facciamo da capo commessa, ovvero acquisito il disegno del componente da realizzare siamo in grado di fornirlo chiavi in mano a partire dall’acquisto del materiale al collaudo in loco. Il nostro punto di forza è un ufficio tecnico di progettazione che si interfaccia con la clientela per cercare di risolvere le problematiche insieme, oltre a una stazione cad 3d e un cad cam che ci permette di fare programmazione delle macchine utensili anche fuori macchina», spiega Vimercati.
Made in Italy che finisce sui mercati internazionali
All’estero finiscono direttamente pezzi per un valore tra il 12 e il 14% del fatturato ed essenzialmente a clienti consolidati in Svizzera: tutto il resto della produzione è destinata a clienti italiani, o meglio, lombardi per la quasi totalità, ma indirettamente finisce quasi tutto nei mercati internazionali. «Essendo contoterzisti lavoriamo per clienti italiani che per una quota tra il 60 e l’80% rivendono all’estero le macchine in cui sono montati i nostri componenti», spiega Vimercati, che dal 2017 ha beneficiato di riflesso del boost dato alla domanda di macchine dagli incentivi di industria 4.0. Tanto da aver riportato l’azienda sui livelli pre-crisi proprio tra il 2017 e il 2018 dopo un calo significativo registrato a partire dal 2009. «Nel 2018 ci siamo riavvicinati al 2008 che è stato il nostro anno migliore.
Nel 2019 il trend è un po’ in calo, ma comunque il fatturato stimato sarà del 25% più alto rispetto al 2017 e dunque la discesa non è drammatica come lo sarà per i fornitori del settore automotive, che hanno subito un crollo verticali.
Noi ci stiamo difendendo anche perché negli anni abbiamo cercato di costruire una clientela differenziata ed esposta a vari settori, in modo da aver un portafoglio che si compensasse da sé», continua il managing director, la cui scelta è stata dettata proprio dall’aver sperimentato sul campo il rischio di essere legati a poche grosse commesse. «Abbiamo iniziato a differenziare la produzione all’inizio degli anni Duemila, perché nel ‘99 la crisi di due clienti importanti ci aveva provocato un crollo del 30% ne fatturato. Non è stato difficile perché lavorando su commessa realizziamo prodotti che difficilmente si ripetono e lo facciamo per lo più su piccola scala. Abbiamo dunque sviluppato la flessibilità che è già nel nostro Dna e ci siamo specializzati in produzione medio piccole dalla prototipazione (uno o due pezzi) a qualche migliaio. E oggi siamo in grado di fornire un prodotto completamente customizzato e just in time».
Il lucchetto hi-tech che nasce dalla meccanica
Nel triennio 2015-2018 Vimercati ha iniziato anche partnership con l’Università per rendere la ricerca sempre più avanzata. Ma prima, nel 2014, aveva provato in casa la via dell’innovazione. Finanziando e partecipando alla startup Ulock.me, per realizzare un lucchetto intelligente per bicicletta senza chiavi, fatto da 6 componenti meccanici e ben 102 elettronici che garantiscono un controlla da remoto via app.
«È stato entusiasmante: come imprenditore di seconda generazione avevo perso tutta la fase iniziale dell’avvio che invece ho recuperato con Ulock. Oggi è un’azienda indipendente di cui Vimercati ha una quota di minoranza: il primo prototipo del lucchetto è stato prodotto nel 2014 e ha ottenuto un successo oltre ogni aspettativa alla fiera Ifa di Berlino a cui è stato presentato. Il lucchetto è stato realizzato da Vimercati per la parte meccanica, mentre la parte elettronica, fatta, tra l’altro, di sensori e accelerometro, è stata esternalizzata. Siamo oggi alla ricerca della taratura per l’industrializzazione. Si tratta di un prodotto molto complesso che può essere geolocalizzato e che è dotato della capacità di riconoscere il mobile del proprietario via blutooth nel raggio di tre metri e aprirsi in automatico. Il mix di meccanica ed elettronica richiede un’elevata precisione per garantire le prestazioni, dunque è difficile da produrre su larga scala».
Ma arrendersi non è un’opzione e Vimercati è ancora alla ricerca della quadra. Contestualmente, l’innovazione passa anche dall’acquisto di beni strumentali per allinearsi al trend di Industria 4.0 e dall’aumento del personale: con 4 nuovi dipendenti assunti negli ultimi due anni, «capitale umano che è fondamentale e prezioso perché difficile da trovare». E nel futuro, per proseguire sulla strada della differenziazione, ci potrebbe essere un’acquisizione. «Magari, mi piacerebbe. Sicuramente vogliamo crescere, stiamo pensando a un nuovo software di progettazione cad cam e cerchiamo di non fermarci mai», conclude Vimercati.