L’azienda, parte della filiera agroalimentare di Assolombarda, costruisce macchine per l’industria alimentare – più precisamente per il trattamento della materia prima. Nel plant, tutti i sistemi sono interconnessi grazie a sensorizzazione e analisi dei dati. I macchinari che auto-apprendono e si curano da sé e il progetto per la creazione di un Its Meccatronico nel territorio pavese
«La meccatronica è un patrimonio fondamentale per l’industria: implementare alti livelli di automazione in macchine e impianti permette di sviluppare capacità tecniche trasversali e portarle in tutto il mondo». A dirlo è Andrea Brambati, vice presidente e AD di Brambati S.p.A., azienda pavese da circa 30 milioni di fatturato che costruisce macchine per l’industria alimentare e più precisamente per il trattamento della materia prima (in particolare sfarinati e caffè). Brambati – che fa parte della filiera agroalimentare di Assolombarda – è, nella meccatronica, un pioniere, perché fa automazione fin dagli anni ’90, quando «realizzavamo impianti collegati in remoto tramite linee digitali, benché le linee fossero di bassa capacità di trasmissione e la quantità di dati scambiati di modesta entità: avevamo ben chiaro che il concetto dell’assistenza, il controllo e l’analisi dei dati da remoto fosse fondamentale».
E ci crede tanto in questa evoluzione inarrestabile, da partecipare e supportare, assieme ad Assolombarda ed altre aziende, un progetto per la creazione di un Its Meccatronico nel territorio pavese, che soffre, come il resto dell’Italia, della carenza di figure professionali formate per lavorare nel settore. «I percorsi Its prevedono che una parte consistente (almeno il 50%) delle ore di docenza siano affidate a professionisti del mondo del lavoro; ed è fondamentale, sotto questo aspetto, il contributo di know-how da parte dell’azienda», dice Andrea Brambati.
La meccatronica come idea fondante
Nel 2020 il gruppo ha installato, collaudandoli spesso da remoto, 38 impianti e fatturato 32 milioni di euro, un valore più o meno stazionario rispetto al 2019 e le prospettive per il 2021 sono rosee. Un risultato che dipende proprio dalla natura meccatronica dell’azienda che ha fatto sì che con il blocco dei viaggi nel 2020, l’azienda potesse continuare a lavorare da remoto: «abbiamo eseguito anche collaudi e guidato i cablaggi elettrici da remoto», il che ha consentito di realizzare buoni numeri. L’export è stato del 70% sul totale delle commesse nel 2020 e il 5% del fatturato è stato investito in R&S.
«La situazione che il mondo sta vivendo da fine febbraio 2020 – aggiunge Fabrizio Brambati, Presidente ed AD del gruppo – ha necessariamente costretto ad adeguarsi ad una nuova realtà, nessuno escluso. Brambati ha deciso subito di rilanciare, non ha mai fermato la produzione, garantendo consegne e messe in servizio, adottando tutto il necessario e previsto dalle norme, in materia di sicurezza; in maniera massiva tutti gli uffici hanno operato in smart-working, ad esclusione della logistica e della produzione. Abbiamo cercato di trasformare il dramma della pandemia in un’opportunità di crescita ulteriore investendo in Ricerca e Sviluppo».
La storia di Brambati, dai mulini alle macchine hi tech per la movimentazione di farina, caffè e altre polveri
La storia di Brambati inizia nel 1928, quando Francesco Brambati faceva il consulente tecnico per i mulini: solo nel 1945, con 17 anni di esperienza alle spalle, decise di mettersi in proprio. Nasce così l’azienda di produzione di impianti per l’industria molitoria “Francesco Brambati Costruzioni Meccaniche”. Oggi i clienti di Brambati sono big corp e pmi e i mercati di riferimento sono quelli del caffè e degli sfarinati; più di recente ha ampliato le attività all’industria del pharma e chimica. «Progettiamo, costruiamo e installiamo impianti “chiavi in mano”, completi di sistemi di controllo ed automazione, per la movimentazione di materie prime», continua Fabrizio Brambati. «Gli impianti, prodotti interamente nello stabilimento di Codevilla, nella provincia pavese, possono soddisfare le richieste dei clienti ovunque nel mondo, con soluzioni ingegneristicamente avanzate e altamente personalizzabili». Proprio per presidiare tutta la catena del valore, nel 2017 è stata accorpata in Brambati una società di automazione industriale, già nella sfera Brambati, per rafforzare la parte tecnologica e gestire a 360 gradi il processo impiantistico e l’engineering. È inoltre stato istituito in house un servizio tecnico di assistenza, di servizio post-vendita e di gestione della ricambistica. Oltre alla sede italiana, dove vengono realizzate tutte le fasi produttive anche per l’estero, nel 2012 l’azienda ha aperto una filiale a Melbourne anche co me ponte verso l’Asia, «per offrire un servizio di miglior qualità e di prossimità nell’installazione e nel post vendita ai clienti asiatici, dal supporto meccanico a quello elettrico, elettronico, assistenza per i software, nuove installazioni, ispezioni e controlli, interventi straordinari» – spiega Fabrizio Brambati.
Per quanto riguarda le macchine, più in particolare, per il settore degli sfarinati l’azienda fornisce impianti che eseguono le fasi di stoccaggio, pesatura, pulitura, trasporto, dosaggio di materie prime sia in polvere (come farina e zucchero o affini) sia liquide (acqua, olio, grassi, etc) e movimentano queste materie prime fino all’alimentazione di eventuali impastatrici o altri punti di utilizzo. «Possiamo dire di essere specializzati nella prima parte del processo dove tutti gli ingredienti sono adeguatamente trattati e preparati per alimentare le specifiche macchine di processo – spiega l’AD – I nostri sistemi si caratterizzano per una grande flessibilità». Altro settore di attività in cui Brambati ha assunto un ruolo di grande specialista è quello del caffè; in questo caso l’azienda è in grado di seguire la lavorazione dal ricevimento del verde sino all’alimentazione delle confezionatrici, attraverso le fasi di pulitura, stoccaggio, pesatura, miscelatura, tostatura, trasporto, macinazione e degasaggio. «Forniamo anche quadri di comando, hardware e software e tutti i nostri sistemi possono essere completamente computerizzati e automatici». Con le stesse tecnologie e lo stesso concetto Brambati è entrata nel settore pharma e in quello chimico; anche in questo caso l’azienda si occupa di ogni fase del processo di trattamento materie prime, dal ricevimento da camion cisterna all’alimentazione delle macchine specifiche di processo (come gli estrusori), curando tutte le fasi intermedie.
Le macchine connesse che auto-apprendono e si curano da sé
Tutte le macchine sono completamente interconnesse. «Dalla fine dagli anni ‘90 avevamo dato un forte impulso alla sensorizzazione spinta delle macchine, collegamento e comando in rete degli inverter e relativi consumi di energia, condizioni di funzionamento e analisi dei dati di funzionamento. “Così i dati “vitali” e funzionali delle macchine e della produzione vengono valutati con “metriche” e Kpi (Key Performance Indicator), con le quali si può valutare e diagnosticare il loro “stato di salute” e le relative prestazioni. Con i dati rilevati e relative analisi, si possono evitare fermi intempestivi di produzione. I guasti, se rilevati tempestivamente, possono evitare rallentamenti di produzione, spreco economico e ridurre l’impatto ambientale», spiega Andrea Brambati, secondo cui i dati ricavati hanno permesso di migliorare progressivamente la progettazione delle macchine, perché i punti deboli e forti vengono identificati, «in questo modo si può sapere dove conviene aumentare o ridurre la sensoristica, la capacità meccanica e la potenza delle parti, evitando sovradimensionamenti o sottodimensionamenti – continua Andrea Brambati – Tutti i punti precedenti conducono a un circolo virtuoso di aumento di affidabilità e produttività dei macchinari, riduzione dei costi e delle attività di manutenzione, sia programmata che di emergenza, con la conseguente riduzione dei costi di esercizio; anche un più efficace Ecodesign, con riduzione dei costi e dell’impatto ambientale nel ciclo di vita della macchina».
Un laboratorio avanzato dove di fa ricerca e si testano le macchine con i clienti
Infine, Brambati ha fondato il FoodLab, un laboratorio di 350 mq , in cui i clienti possono testare la qualità ed eccellenza dei macchinari, verificando che i parametri del prodotto finito siano conformi ai loro standard. Nel FoodLab si fa anche molto altro: «è il nostro centro di ricerca e sviluppo su tecnologia di lavorazione prodotti alimentari, e negli ultimi anni ha svolto un ruolo fondamentale nella collaborazione con le Università, quella pavese in particolare – dice Andrea Brambati – le tesi realizzate sono state 12 dal 2015». Sempre nell’ottica della collaborazione con l’Accademia, nel 2019 Brambati e Siemens hanno erogato un corso articolato su 13 incontri durante i quali 23 studenti dell’ateneo pavese hanno dovuto affrontare un problema di automazione proposto da Brambati usando tecnologia Siemens e parte del lavoro si è svolto in azienda, in una commistione che per l’azienda è imprescindibile.